19 settembre 2017
L’aula dell’Europarlamento di Strasburgo ha approvato a larga maggioranza la proposta di regolamento per la sicurezza degli approvvigionamenti di gas, presentata dalla Commissione europea un anno fa e poi modificata lo scorso aprile con un accordo preliminare tra il Consiglio europeo e Strasburgo.
In particolare, il testo include un sistema di cooperazione anti-crisi basato non più su una ripartizione geografica fissa - aspetto fortemente criticato dall’Italia - ma su un’articolata valutazione dei rischi. La cooperazione regionale includerà il concetto di “Corridoi di approvvigionamento di emergenza”, predisposti attraverso simulazioni condotte dall’associazione degli operatori europei del trasporto gas EntsoG.
Il regolamento istituisce quattro “gruppi di rischio” di stati membri (Est, Mare del Nord, Nord Africa e Sud-Est), che serviranno da base per la “cooperazione associata al rischio” obbligatoria, per la valutazione congiunta del rischio e per l’introduzione delle misure di prevenzione e di emergenza. L’Italia è inclusa in tutti e quattro i gruppi.
I paesi Ue potranno dichiarare tre diversi livelli di crisi (“early warning”, “alert”, “emergency”), informando la Commissione europea e le autorità competenti del loro gruppo di rischio e degli stati membri direttamente connessi. Un meccanismo di solidarietà farà sì che i flussi possano essere eventualmente riorientati da uno stato membro all’altro. Il meccanismo dovrà però essere utilizzato solo come ultima risorsa e, se attuato, comportare adeguate compensazioni ai fornitori del gas.
Il regolamento sulla sicurezza gas – che rappresenta il secondo provvedimento del pacchetto legislativo dell’Unione energetica adottato dopo quello sugli accordo intergovernativi – dovrebbe ora ricevere il via libera definitivo dal Consiglio il prossimo 9 ottobre, per essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale subito dopo ed entrare in vigore il 1° novembre.