Argomento: News RSI
07 settembre 2023
Innovazione del fare: idee, progetti, azioni e strategie per uno sviluppo sostenibile a confronto. Il mondo accademico, della ricerca, delle istituzioni, degli ordini professionali e delle imprese si è ieri misurato sui grandi temi del nostro tempo nello sforzo di dare concretezza alle azioni innovative poste in campo in coerenza degli obiettivi dell’Agenda 20/30 delle Nazioni Unite. Spreco alimentare e tecniche di agricoltura sostenibile, salvaguardia e ottimizzazione delle risorse idriche, modelli di costruzione ecocompatibili e cura del paesaggio, economia circolare, riuso, nuovi sistemi avanzati di smaltimento e recupero, decarbonizzazione nel solco della transizione energetica sono alcuni dei temi trattati e delle case istory condivise nel corso della serata. Presenti i vertici istituzionali del territorio: Carlo Rossi, presidente della Fondazione Mps, Angelo Riccaboni, presidente del SantaChiara Lab dell’Università di Siena, Roberto Di Pietra, rettore dell’Università, Fabrizio Nepi, sindaco di Castelnuovo Berardenga, Davide Bussagli, presidente della provincia di Siena, Leonardo Marras, assessore regionale alle attività produttive. Insieme a loro ingegneri, geometri, agronomi, architetti, segretari e presidenti degli ordini professionali, e poi le più importanti aziende dei servizi della provincia: Roberto Renai, presidente di Acquedotto del Fior con l’Ad Pietro Ferrari, Francesco Macrì, presidente di Estra, Tiziano Scarpelli, presidente di Sienambiente, Salvatore Cappello, amministratore delegato di SeiToscana.
Il presidente, Francesco Macrì, ha parlato di sostenibilità ponendo l’accento sul sociale e sulla sostenibilità economica: due fattori determinanti affinché la sostenibilità non si trasformi in un boomerang per le categorie più deboli e per il sistema Paese che mostra peculiarità e fragilità che lo distinguono da altre economie del nord europa. “In Italia abbiamo bisogno di 76milioni di metri cubi di gas – ha detto Macrì -, potremmo avere tra un 8 e un 15% del fabbisogno coperto dalla biodigestione anaerobica, ma ci si scontra con una lentezza autorizzativa incredibile: anche in questa regione occorrono 5 anni per ottenerla. Oggi dobbiamo preoccuparci innanzitutto della sicurezza energetica del Paese, quindi della diversificazione dell’approvvigionamento. Dobbiamo uscire dalla "logica del tubo": Estra, ed in generale le aziende italiane, si approvvigionano di gas attraverso questa modalità, ma ciò di per sé non garantisce competitività. Non bastano i piani nazionali sulla sicurezza energetica, dobbiamo cominciare a pensare di organizzare piani regionali che possano riguardare l’autonomia e l’indipendenza energetica locale. Oggi ci sono gli strumenti: se ci convinciamo che il biodigestore è una cosa buona, perché si inserisce a pieno titolo nell’ambito dell’economia circolare, della gestione della frazione organica etc ., perché non farne in tutte le province della Toscana? Realizzarli e alla svelta significherebbe garantire il fabbisogno di gas e la distribuzione potrebbe avvenire in rete o con corribombolai. Potremmo generare energia elettrica da biometano attraverso un generatore a gas. La sfida delle nostre utility è quella di contribuire alla crescita economica del territorio ed i temi affrontati oggi finalmente si coniugano con lo sviluppo economico. Prima l’ambiente e l’ambientalismo erano un qualcosa di impeditivo e limitante per l’economia, oggi invece sono fattori abilitanti, ma servono gli impianti, lo ribadisco (…). Non è più tempo dell’economia di sussistenza, siamo nel momento in cui ogni soggetto istituzionale, economico, industriale è chiamato a svolgere atti di straordinaria amministrazione. Siamo in una fase di transizione economica, quello che si sposta in altre parti del mondo, non torna più. E' per questo che ogni soggetto coinvolto dovrebbe concorrere a fare la propria parte con un piano industriale in grado di disegnare tutto quello che serve realizzare da domani per dare competitività alle nostre aziende: la soluzione è di tipo industriale, oltre che culturale e, lo ribadisco, impianti significa buone pratiche. Servirebbe una situation room di tipo istituzionale ed industriale per dare autonomia, indipendenza e tutela dell’ambiente a questa regione.”