28 giugno 2017
Fino al 1 ottobre la Fortezza medicea di Arezzo ospita la mostra di Ugo Riva “La Porta dell’Angelo”, curata di Vittorio Sgarbi.
Iniziativa culturale organizzata in collaborazione con Estra: "il mio augurio - ha commentato il Presidente della società, Francesco Macrì - è che l'abbinamento tra cultura e storia sia la mossa vincente per il rilancio non solo della Fortezza ma dell'intera parte alta della città. Arezzo ha tutte le caratteristiche per affermarsi quale luogo d'arte e di storia. La fortezza restaurata è uno straordinario contenitore che può rappresentare uno dei luoghi cardine dello sviluppo turistico della città. Le scelte del Sindaco Ghinelli, che fanno leva proprio su arte e cultura, vanno nella direzione giusta. Tanto più se consideriamo gli altri appuntamenti programmati per un'estate che si annuncia molto interessante. Tutti facciamo in modo che la Fortezza si apra a nuova vita. Se lo farà grazie all'arte, Arezzo avrà vinto una straordinaria scommessa".
"Il titolo della mostra - ha commentato il Sindaco di Arezzo, Alessandro Ghinelli - assume un grande significato, così come l’opera che la caratterizza: la Porta dell’Angelo al Bastione della Diacciaia, accesso sormontato da un angelo che adesso è custodito al Museo d’arte medievale e moderna, evoca e costituisce, con la bellissima scultura di Riva lì posizionata, un ponte tra il passato e il presente della nostra Città. Attraverso gli Angeli di Riva sarà possibile tornare in possesso della nostra identità".
“La fortezza medicea - ha aggiunto Vittorio Sgarbi - è un naturale luogo del dialogo tra la storia e il presente, tra l’architettura di una civiltà antica e la testimonianza dell’oggi, così come è naturalmente predisposta ad accogliere la scultura. Spero che l’inizio con Theimer e questa continuazione con Riva diventino un filone, che questo ogni anno diventi un luogo dove si consacrano scultori”.
La mostra, composta da 22 sculture e 7 disegni, nasce da tecniche raffinate di abbinamento e contrasto tra diversi materiali come terracotta e bronzo, in una simbiosi fra religioso e laico che colpisce per significati e bellezza.
Ugo Riva, dopo una breve esperienza pittorica, dalla seconda metà degli anni Settanta ha maturato la scelta di dedicarsi esclusivamente alla scultura frequentando la bottega di Tarcisio Brugnetti. “Quando sono venuto ad Arezzo per capire quanto e se potesse essere sede di una mia personale, fin dal viale che conduce alla Fortezza ho iniziato a provare sensazioni che sono esplose in me una volta entrato. L’antro, il tunnel, il buio, è come se mi avessero parlato. E la mostra si è costruita da sola”, ha dichiarato Ugo Riva.