“Le gravi malattie portano tutti ad un bivio: ci si può lasciar andare e consentire alla malattia di dominare la nostra vita; oppure si può decidere di provare a fare altro, a riprendersi la vita con tutti i limiti che non dipendono da noi."
Giulia Capocci ha scelto questa seconda strada che la porterà lontano, alle Olimpiadi di Tokio 2020. Estra sarà con lei in questo straordinario viaggio fatto di coraggio e determinazione.
Così il Presidente Francesco Macrì ha presentato stamani al Circolo Tennis Giotto di Arezzo la decisione di sostenere Giulia Capocci, tennista professionista costretta a giocare in carrozzina a causa di una grave malattia. “Un giorno lo dissi a mia madre – ha ricordato Giulia. Non posso continuare a stare sul divano, torno a giocare a tennis. Voglio essere una professionista di questo sport e non una ragazza su una sedie a rotelle. Ho ricominciato a giocare e i risultati sono arrivati. Adesso ho un sogno: partecipare alle Olimpiadi di Tokio. Sento attorno a me tanta solidarietà: farò di tutti per riportare a casa una medaglia d’oro”.
Le condizioni ci sono. Stamani erano con lei non solo Estra ma il Coni, con il Delegato provinciale Giorgio Cerbai; la Federazione Italiana Tennis con il Delegato Luciano Lovari; il Comitato Paralimpico Italiano con Edoardo Cerofolini.
E poi il Comune di Arezzo: “ci sono fatti che rendono orgogliosa una città. Uno di questi è che Arezzo sia il punto di partenza del lungo viaggio di Giulia Capocci verso Tokio e le Olimpiadi – ha dichiarato l’Assessore Lucia Tanti. Una ragazza che ha scelto di essere una tennista professionista e di affrontare a viso aperto la sua malattia. Arezzo e la sua Amministrazione, insieme ad Estra, sono con lei nella certezza che ha già vinto due medaglie: quelle della forza di volontà e dell’esempio. Adesso ci attendiamo la terza: quella d’oro alle Olimpiadi”.
Fondamentale è il luogo da dove è iniziato il viaggio di Giulia Capocci: il Circolo Tennis Giotto di Arezzo. “I valori di Giulia sono i nostri – ha detto il Presidente Luca Benvenuti. Lei non solo è un bravissima tennista ma anche una bellissima persona. Qui dentro non ci sono diversità: lei è una di noi”. Nel suo viaggio l’accompagna il coach Giacomo Grazi: “ci alleniamo ogni giorno della settimana. In altri paesi sono più avanti: Giulia ha partecipato agli Usa Open ed abbiamo visto come il tennis in carrozzina abbia infinite maggiori opportunità ma lei ce la farà”.
Prova ne sono i risultati che sta ottenendo: è campionessa italiana sia nel singolo che nel doppio, fa parte della squadra nazionale, occupa il ventesimo posto nella classifica internazionale del doppio e il trentaquattresimo in quella del singolo.