18 settembre 2017
“Canoni Bim aumentati, ricavi sempre minori, rilasci ambientali in continua crescita e costi amministrativi su più fronti sempre maggiori”. Questi, secondo Assoidrolettrica, i fattori critici che mettono “in affanno” il comparto dell’idro italiano. Difficoltà rese ovviamente più evidenti con la siccità degli ultimi mesi. Per questo l’associazione ha deciso di commissionare al Politecnico di Milano uno studio “volto a far emergere le criticità economiche”. Analisi che sarà presentata il 22 settembre a Desenzano Del Garda .
“L’idroelettrico in pochi anni ha visto mutare i propri contesti in maniera significativa, assai penalizzante, in taluni casi invalidante in maniera decisiva nel garantire il mantenimento in esercizio di diverse centrali”, rimarca l’associazione.
Ma sulle prospettive del settore si interroga anche Federidroelettrica, con il convegno del Coordinamento Free “I futuri strumenti di promozione delle fonti di energia rinnovabile”: dieci priorità per il mini-hydro: una politica di sostegno di medio termine, con decreti a cadenze programmate; subito un decreto Fer per i 160 MW idro in graduatoria; evidenziare la sostenibilità ambientale dei piccoli impianti; evidenziare che gli incentivi del settore rappresentano solo il 9% degli oneri complessivi; reinvestire una parte consistente delle risorse attualmente destinate al settore idroelettrico che si libereranno nei prossimi anni secondo un programma di medio termine ben definito; rilevare come l’idro sia l’unico a contribuire con la corresponsione dei canoni all’economia del territorio, canoni che è necessario armonizzare a livello nazionale; chiedere che la “potenza” dell’impianto da considerare sia quella nominale di concessione e non quella installata; evidenziare il carattere di prevedibilità della produzione idroelettrica; sottolineare il contributo positivo al sostentamento della tensione nel punto di connessione alla rete; porre l’attenzione alla perdita di efficienza del parco idro esistente, sia relativo alle piccole che grandi centrali, con la predisposizione di incentivi per il mantenimento dei rendimenti complessivi. L’assegnazione diretta di risorse per lo sviluppo del settore mini-hydro, conclude Federidroelettrica, “è stimata in non più di 100 mln di euro/anno, ben al di sotto dei margini di manovra che si apriranno nel medio termine per effetto del termine operativo di alcuni attuali regimi di incentivazione”