05 ottobre 2017
Con l’approvazione ad agosto del Senato, è diventato legge il Ddl concorrenza, che da luglio 2019 sancisce la fine del mercato di maggior tutela; da quella data, se non ci saranno rinvii, i clienti residenziali saranno sul mercato libero e dovranno scegliere il loro fornitore di energia elettrica.
La prima questione che sorge è se saranno i clienti finali a scegliere la nuova società di vendita sul mercato libero o se ci sarà qualcuno che sceglierà per loro. Gli operatori di mercato e l'Autorità per l'energia stano infatti dibattendo da tempo per la definizione delle modalità di gestione del passaggio.
Alcune ipotesi sono già state analizzate in dettaglio:
1) associare la vendita di energia elettrica alla fornitura di tecnologia, ad esempio elettrodomestici ad alta efficienza; dalle analisi realizzate si può ipotizzare di lasciare libero il cliente di scegliere un elettrodomestico da venditori partner e far rientrare il costo all'interno della tariffa a consumo, qualora fosse possibile bloccare il cliente per un periodo adeguato;
2) applicazione del pay-per-use alle tecnologie fornite insieme all'energia elettrica, che consentirebbe, rispetto alla fornitura descritta in precedenza, di ridurre il prezzo e, con l'applicazione di dispositivi per il calcolo del tempo di utilizzo, di applicare una tariffa ad uso e non ad acquisto, fornendo anche la possibilità di differenziare il prezzo per orientare i consumi in orari adeguati; i contratti a rendimento energetico (o simili), già diffusi nel settore industriale, nel residenziale sono presenti solo in alcuni casi per i condomini;
3) impostare un'offerta flat, quindi indipendente dai consumi, garantendo da subito un risparmio rispetto alla media dei consumi storici e poi fornire tecnologie adeguate al risparmio energetico (power o gas). In questo modo acquisirebbe un'importanza rilevante l'utilizzo di sistemi di smart home gestiti direttamente dal fornitore per l'acquisizione di informazioni utili e la gestione dei consumi.