26 settembre 2017
Risparmi sui costi di produzione del 27% e riduzione delle emissioni del 4,7% l’anno entro il 2025 con la digitalizzazione delle centrali elettriche. È quanto stima Capgemini nello studio “The digital utility plant: unlocking value from the digitalization of production” condotto dal Digital transformation institute (team di ricerca sulle tecnologie digitali della società) su 200 manager a livello dirigenziale o senior delle utility, a livello globale (dirigenti di Cina, Francia, Germania, India, Italia, Svezia, Regno Unito e Stati Uniti). Con l’attuale trend, la società ha stimato una riduzione dei costi di produzione, prendendo come riferimento una media centrale a ciclo combinato statunitense, di circa 20 milioni di dollari per stabilimento. Sulle emissioni, la ricerca considera che le tecnologie digitali porterebbero a una maggiore efficienza nell’uso dei combustibili fossili per la produzione di energia.
Dal rapporto emerge però che solo l’8% delle utility analizzate è “matura” dal punto di vista digitale (abili a ricavare valore dalla digitalizzazione di centrali). L’ancora scarsa inclinazione del comparto delle utility alla digitalizzazione, sottolinea Capgemini, fa sì che non siano sfruttati potenziali guadagni in termini economici, di clima e per il settore nel complesso che potrebbero scaturire dall’implementazione di centrali tecnologicamente avanzate.