03 luglio 2024
L’Istat ha presentato, a metà aprile, l’undicesima edizione del Rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes).
Attraverso l’analisi di un ampio set di indicatori statistici, integrato da approfondimenti tematici, il Rapporto offre una lettura approfondita dei livelli, delle tendenze e delle disuguaglianze di benessere che si possono osservare nei 12 domini in cui si articola il framework Bes: Salute; Istruzione e formazione; Lavoro e conciliazione dei tempi di vita; Benessere economico; Relazioni sociali; Politica e istituzioni; Sicurezza; Benessere soggettivo; Paesaggio e patrimonio culturale; Ambiente; Innovazione, ricerca e creatività; Qualità dei servizi. In questa edizione l’attenzione è posta, in particolare, sugli andamenti più recenti e sul confronto con il periodo pre-pandemico.
L’andamento recente degli indicatori Bes è prevalentemente positivo: poco più della metà dei 129 indicatori per cui è possibile il confronto sono migliorati rispetto all’anno precedente, il 28,7% è su livelli peggiori e il 17,8% risulta stabile. Si discostano dal quadro generale i domini Ambiente e Sicurezza, dove le dinamiche sono meno positive. Soltanto quattro dei 16 indicatori di Ambiente migliorano nell’ultimo anno a fronte dei sette che peggiorano. Peggiorano in aggiunta gli indicatori relativi al meteo clima. Nel dominio Sicurezza migliorano soltanto due indicatori soggettivi: la percezione di sicurezza camminando da soli quando è buio e la presenza di elementi di degrado nella zona in cui si vive. Invece sono in peggioramento tutti gli indicatori sui reati predatori e la percezione del rischio di criminalità nella zona in cui si vive.
Riguardo all’Ambiente:
• nel 2022 le emissioni di CO2 e degli altri gas climalteranti prodotte dalle attività economiche e dalle famiglie continuano a crescere, raggiungendo le 7,3 tonnellate di CO2 equivalente per abitante (+0,1 tonnellate rispetto all’anno precedente) e attestandosi sullo stesso valore del 2019 cui si è giunti gradualmente a partire dal 2009;
• si conferma la tendenza generalizzata all’aumento delle temperature (media, massima e minima) in tutto il Paese. Tra il 2011 e il 2023 il numero di giorni ricadenti nei periodi di caldo intenso è quasi sempre maggiore a quello del periodo di riferimento 1981-2010. Negli ultimi due anni, il fenomeno risulta molto più accentuato e nel 2023 il valore nazionale ha raggiunto 42 giorni di caldo intenso (+36 rispetto al valore mediano del periodo di riferimento);
• nel 2023 prosegue la crescita del numero dei giorni consecutivi non piovosi, raggiungendo, a livello nazionale, il valore di 29 giorni (+5,5 rispetto alla mediana del periodo 1981-2010);
• nel 2022, rispetto all’anno precedente, diminuisce la produzione di rifiuti urbani in Italia attestandosi a 29,05 milioni di tonnellate (-1,8% dell’ammontare complessivo rispetto al 2021), pari a 492 chilogrammi per abitante (-8,2 kg/ab.), tornando quasi al livello del 2020 (487 kg/ab.). Il calo appare maggiormente rilevante se considerato insieme ai dati positivi dell’economia nel 2022, che non hanno dunque avuto il consueto effetto di aumento nella produzione di rifiuti urbani;
• nel 2022 il consumo di energia elettrica generata da fonti rinnovabili (idroelettrico, geotermico, eolico, fotovoltaico, termico da biomasse) è il 30,7% del consumo interno lordo. L’indicatore è nettamente più basso rispetto al 2021 (35,1%) e ai valori registrati a partire dal 2013.
Non è quindi un caso se nel 2023, la percentuale di persone di 14 anni e più che ritengono che i cambiamenti climatici o l’aumento dell’effetto serra e il buco dell’ozono siano tra le 5 preoccupazioni ambientali prioritarie (70,8%).
Fonte: https://www.istat.it/it