12 novembre 2024
Presidente Perini, la Toscana è tra le regioni chiamate spesso ad affrontare crescenti emergenze idriche a causa della siccità.
Quali sono le principali sfide che il settore del servizio idrico integrato deve affrontare in questa situazione?
La siccità è un problema sempre più pressante per la Toscana. Negli ultimi anni abbiamo avuto cinque dichiarazioni di emergenze idriche, fra nazionali e regionali. Le nostre infrastrutture hanno retto bene le criticità, grazie alle due principali dighe (Bilancino e Montedoglio) e ad una crescente interconnessione delle reti di acquedotto. Ma il sistema deve adattarsi a scenari climatici sempre più estremi. La sfida principale è migliorare l’efficienza della gestione idrica, riducendo le perdite di rete e garantendo un uso più sostenibile delle risorse. Serve poi aumentare la capacità di invaso e stoccaggio, con nuove opere strategiche (come quelle presentate al Ministero delle Infrastrutture per invasi grandi e medi e per dissalatori), e con nuovi interventi di accumulo locale per stoccare le acque in caso di nubifragi. Va consolidato lo sforzo di interconnessione fra le diverse reti locali per aumentare la resilienza e far fronte alle emergenze locali. Il settore sta affrontando un momento critico, con le concessioni idriche in scadenza e la necessità di pianificare i prossimi 25 anni di gestione. Sarà importante lavorare bene, facendo rete tra tutte le aziende, per continuare a garantire questo bene essenziale senza lasciare indietro nessuno. Il recente Festival dell’Acqua svoltosi a Firenze ha dimostrato che il settore è unito, e guarda avanti insieme.
Quali sono le misure che il settore dovrebbe adottare per mitigare gli effetti della siccità e garantire la disponibilità d’acqua a lungo termine?
Il nostro obiettivo è rendere il sistema più resiliente attraverso investimenti mirati. Stiamo implementando tecnologie innovative per monitorare in tempo reale la rete e intervenire prontamente su eventuali perdite. Inoltre, puntiamo su progetti di riutilizzo delle acque reflue per usi industriali, agricoli ma anche civili, e su una maggiore sensibilizzazione dei cittadini per promuovere un uso più responsabile dell’acqua. Poi servono investimenti infrastrutturali che per loro natura sono strategici e di scala regionale e devono essere finanziati da risorse pubbliche in una logica di solidarietà nazionale e regionale. Invasi, dissalatori, grandi adduttrici, sono opere che non possono essere realizzate solo con i proventi delle tariffe.
Il cambiamento climatico renderà probabilmente sempre più frequenti fenomeni come la siccità. Cosa possiamo aspettarci nel futuro in termini di gestione delle risorse idriche?
Nei prossimi anni, dobbiamo affrontare mutamenti significativi nella gestione delle risorse idriche, per adattarci ai cambiamenti climatici e alle sue conseguenze come alluvioni e periodi di siccità. Dovremo rispondere anche a una crescente attenzione alla qualità delle acque potabili (la nuova direttiva è già in vigore), degli scarichi e alla protezione dei corsi d’acqua (la nuova direttiva acque reflue entrerà in vigore a breve). Siamo chiamati a condividere i problemi della gestione delle acque meteoriche, in una prospettiva che deve vedere una semplificazione della governance della risorsa idrica oggi troppo frammentata. Queste rappresentano un insieme di azioni che portano ad un aumento importante degli investimenti. Le aziende si stanno preparando attraverso una pianificazione di lungo termine che includa sostenibilità e innovazione tecnologica. Gli investimenti richiesti sono ingenti, ma fondamentali per garantire che la Toscana rimanga all’avanguardia nella gestione delle risorse idriche.