Argomento: Estra SpA
21 ottobre 2019
I campioni dello sport che incontrano i giovani: è andato in scena oggi, davanti a circa 400 ragazzi degli istituti superiori di Civitanova Marche, l’incontro “Campioni si diventa” E non solo in campo”, organizzato da Estra SpA nell’auditorium dell’Istituto Istruzione Superiore Leonardo Da Vinci.
A fare gli onori di casa sono stati il prof.Pierluigi Ansovini, Dirigente scolastico dell’istituto, Fabrizio Ciarapica, Sindaco di Civitanova Marche e Francesco Macrì, Presidente di Estra SpA. Ad impreziosire l’incontro anche i racconti, i segreti e i consigli diGiuseppe Cormio, Direttore Generale Volley Lube, Ferdinando De Giorgi, Allenatore Volley Lube, Jacopo Massari, Schiacciatore Volley Lube, Robertlandy Simòn, Centrale Volley Lube e Giacomo Sintini, ex Azzurro e Formatore Sportivo. Una mattinata di riflessione sul percorso sportivo e di vita intrapreso da questi atleti, che ha permesso loro di eccellere dentro e fuori il campo da gioco.
L'incontro è stato anche l’occasione per promuovere la III Edizione del Premio giornalistico “Estra per lo Sport: raccontare le buone notizie”, promosso da Estra S.p.A, multiutility a partecipazione pubblica (particolarmente presente nelle Marche), in collaborazione con l’Unione Stampa Sportiva Italiana (USSI). Con questo premio Estra S.p.A. vuole continuare a valorizzare e premiare i giornalisti che mettono in luce lo sport come agenzia educativa, fatto socialmente rilevante e strumento di crescita per il territorio.
Fabrizio Ciarapica: “Lo sport è importante per i giovani, spesso quando manca l’attività sportiva sorgono dei problemi di dipendenze e devianze. Lo sport aiuta il fisico, la mente, insegna il sacrificio, a stare con gli altri, a rispettare le regole, ad essere funzionali per un gruppo. L’alleanza educativa con lo sport fa crescere i giovani. Un grazie alla Volley Lube, realtà vincente della nostra città sempre vicina alle iniziative territoriali”
Francesco Macrì: “Ringrazio l’Istituto, il sindaco, l’USSI e la Lube, un altro veicolo formidabile in cui Estra crede e che sostiene. Il senso dell’incontro di oggi è che bisogna cercare di essere campioni in tutti gli ambiti, non solo in campo ma nella vita in generale. Ed è importante avere dei momenti di confronto con i giovani come questo, occasioni che noi ricerchiamo e non solo in campo sportivo. Come azienda, infatti, puntiamo molto su di loro e sul legame con il nostro territorio”
Giuseppe Cormio: “Ho iniziato come pallavolista, poi ho scelto di intraprendere una strada diversa. Ho studiato, ho puntato sulla formazione e sono riuscito a diventare dirigente in uno sport complesso come il volley. Come Lube, Estra ci aiuta ad essere una società importante e di livello che di recente ha vinto tutto. Per arrivare alla vittoria però servono fame, che non deve mai finire, e soprattutto saper trarre i giusti insegnamenti dalle sconfitte”
Ferdinando De Giorgi: “Si può diventare campioni con o senza talento. Non si deve vedere cosa ti manca ma quello che si ha. Tutto va conquistato, bisogna sfruttare le proprie qualità, superare i propri limiti, cercare di dare il massimo con quello che si ha. Non esistono scorciatoie per arrivare in alto, tutti i privilegi hanno un costo”
Jacopo Massari: “Non ho i centimetri che solitamente gli schiacciatori hanno, ma ho sopperito con costanza e determinazione. Allenarmi non è un sacrificio, lo è invece non allenarmi. Se si hanno degli obiettivi, è naturale dover rinunciare a qualcosa. Tutti i sacrifici sono stati uno stimolo. Stare in una squadra è difficile, bisogna avere pazienza, aiutarsi, mettersi a disposizione dei compagni soprattutto nei momenti più difficili”
Robertlandy Simon: “Quando ho lasciato Cuba ho dovuto pensare più a me stesso che a quello che sarei potuto diventare. Girare vari paesi è stato difficile, soprattutto il doversi adattare a nuovi ambienti e a stili di lavoro diversi. La vittoria dello scorso anno contro Perugia? Quanto tocchi il fondo puoi solo risalire, siamo stati bravi a crederci"
Giacomo Sintini: “Ho scoperto il mio talento per la pallavolo per caso, grazie a delle persone che hanno creduto in me. La mia carriera è iniziata bene, la mia passione è diventata un lavoro e a 28 anni ho avevo già stabilità economica e famiglia. A 32 anni mi sono ammalato di un tumore, è stato un periodo lungo e difficile. Ho subito un trapianto di midollo spinale e un lungo ciclo di chemio terapia. Quanto ho imparato dallo sport mi è servito molto in ospedale: ho fatto squadra con lo staff, ero disciplinato nelle cure, cercavo di restare motivato, ascoltavo chi ne sapeva di più. Non ho mai mollato e ho lottato con tutto me stesso. Essere campioni non ha niente a che vedere con le medaglie, è una mentalità e va sempre perseguita. Non c’è nessuna vergogna ad andare in difficoltà, è importante chiedere aiuto e riuscire ad avere a fianco persone che possano darci una mano: i campioni fanno sempre squadra, la mettono al primo posto”.